Codice della crisi di impresa: un’opportunità per migliorare la gestione delle aziende e accrescere i risultati della propria attività

31 Agosto 2022di Ombretta Frisiero

Se è vero che il novellato articolo 2086 del codice civile è già in vigore dal 2019, la recente modifica ad opera del D.lgs. 83/2022 ne ha revisionato non solo il contenuto – ampliandone l’ambito di applicazione – ma soprattutto ha sostituito la rubrica dell’articolo oggi denominata “Gestione dell’Impresa”.

Ora, infatti, il dettato normativo prevede che tutti gli imprenditori operanti in forma societaria o collettiva hanno l’obbligo di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alla dimensione dell’impresa con l’obiettivo di rilevare tempestivamente segnali di crisi e di perdita della continuità aziendale e, conseguentemente, di attivarsi senza indugio per adottare ed attuare uno degli strumenti previsti dall’ordinamento per il superamento della crisi e per il recupero della continuità aziendale.

Tale obbligo ad opera dell’art. 3, comma 1, del D.lgs. 14/2019 (Codice della Crisi) viene introdotto anche per gli imprenditori individuali sui quali ricade l’obbligo di adottare “misure idonee a rilevare tempestivamente lo stato di crisi e assumere senza indugio le iniziative per porvi rimedio”.

Senza pretesa di approfondimento, gli adeguati assetti possono e devono perseguire i seguenti obiettivi: rilevare eventuali squilibri di carattere patrimoniale, verificare la sostenibilità dei debiti, rilevare i segnali di allerta (debiti per retribuzioni scaduti da almeno trenta giorni; debiti verso fornitori scaduti da almeno novanta giorni, esposizioni nei confronti delle banche e degli altri intermediari finanziari che siano scadute e/o nei confronti di creditori pubblici qualificati – Inps, Inail, Agenzia delle Entrate, Agenzia delle Entrate-Riscossione, ecc).

A parere di scrive, piuttosto, risulta interessante chiedersi se detto obbligo possa, invece, costituire il punto di partenza per iniziare ad attivare nelle aziende – di ogni settore e dimensione – un sistema di pianificazione e controllo che, gioco forza, aiuterà gli imprenditori a monitorare i dati economici ed i flussi finanziari e, dunque, a programmare decisioni di investimento, di sviluppo e di crescita per nuove aree di business.

Risulta evidente che l’istituzione di adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili andranno adattati a seconda delle dimensioni della singola realtà aziendale; per le imprese di minori dimensioni sarà, ad esempio, sufficiente un sistema di controllo a consuntivo che darà in ogni caso anche informazioni per indirizzare e monitorare la gestione corrente, mentre per le imprese più strutturate si procederà – ad esempio – a redigere un organigramma che definisca funzioni, deleghe e poteri, si individueranno procedure (o manuali) volti a garantire lo svolgimento ordinato di tutte le fasi delle attività aziendale, si definiranno i flussi informativi necessari per monitorare costantemente la pianificazione finanziaria ed economica e per analizzare gli eventuali scostamenti.

Disporre di situazioni periodiche senza attendere la redazione del bilancio annuale e rilevare i flussi di cassa con un piano di tesoreria diventa, così, un importante strumento per assumere scelte consapevoli atte a facilitare lo sviluppo e la crescita della propria attività.

Peraltro, e per concludere, adeguarsi ai principi imposti dal riformato Codice della Crisi non solo aiuta le imprese sane, ma consente ad imprenditori e amministratori di limitare ed attenuare eventuali proprie responsabilità personali.