I principali crediti d’imposta del Decreto Rilancio

L’articolato testo del “Decreto Rilancio” contiene un ampio novero di crediti d’imposta.

Di seguito vengono riportati i principali crediti d’imposta introdotti o potenziati dal D.L. Rilancio.

  1. Credito d’imposta sui canoni di immobili a uso non abitativo pari:
  • al 60% del canone mensile versato con riferimento ai mesi di marzo, aprile e maggio 2020 in caso di contratti di locazione, leasing e concessione di immobili;
  • al 30% del canone mensile versato con riferimento ai mesi di marzo, aprile e maggio 2020 in caso di contratti di affitto d’azienda comprendenti almeno un immobile.

Il credito non è tassabile ai fini Ires/Irpef/Irap e non rileva ai fini del calcolo degli interessi passivi, può essere utilizzato nel Modello Redditi 2021 relativo al 2020 o in compensazione nel modello F24 solo successivamente al pagamento del canone. È possibile cedere il credito anche ad istituti di credito o altri intermediari finanziari.

Lo Studio invierà ai propri clienti apposita comunicazione contenente le informazioni per l’utilizzo del credito.

2. Credito d’imposta riservato alle attività esercitate nei luoghi aperti al pubblico pari al 60%, per un massimo di euro 80.000, delle spese sostenute nel 2020 per interventi edilizi, acquisto di arredi di sicurezza, acquisto o sviluppo di strumenti e tecnologie per lo svolgimento dell’attività lavorativa, acquisto di apparecchiature per il controllo della temperatura.

3. Credito d’imposta pari al 60%, per un massimo di euro 60.000, delle spese sostenute nel 2020 per gli interventi di sanificazione di ambienti e strumenti di lavoro e dispositivi di protezione, di sicurezza e detergenti e disinfettanti, entro il tetto complessivo di 200 milioni di euro.

4. Credito d’imposta del 50% dei seguenti investimenti pubblicitari effettuati nel 2020:

  • su giornali quotidiani e periodici, anche online, entro un tetto complessivo di 40 milioni di euro;
  • su emittenti televisive, radiofoniche locali e nazionali, analogiche o digitali, entro un tetto complessivo di 20 milioni di euro.

 

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