Dichiarazioni d’intento: quali novità per il 2020

Il tema delle dichiarazioni d’intento, dal 1° gennaio 2020, è stato interamente rivisto, prima con il Decreto Crescita e poi con il provvedimento 27.02.2020 dell’Agenzia delle Entrate.

Fermo restando che gli esportatori abituali per poter ricevere fatture non imponibili devono sempre emettere una dichiarazione d’intento da trasmettere telematicamente all’Agenzia delle Entrate, non è però più necessario annotare la stessa in apposito registro.

Si precisa che l’agenzia delle Entrate ha approvato un nuovo modello di dichiarazione che, a partire dal 28.04.2020, sostituirà in toto il vecchio standard.

Il fornitore, che dovrà emettere la fattura non imponibile, non solo non ha più l’obbligo di annotare la dichiarazione d’intento su apposito registro al pari dell’esportatore, ma lo stresso fornitore potrebbe non vedersi più consegnare la dichiarazione e la ricevuta di presentazione dal cliente esportatore abituale. Tuttavia, il fornitore dovrà continuare ad indicare in fattura il protocollo di ricezione della dichiarazione d’intento di cui risulta destinatario, reperibile all’interno del cassetto fiscale. Lo stesso vale con riferimento alle importazioni senza pagamento dell’imposta da effettuarsi in Dogana.

Sul piano sanzionatorio si assiste ad un inasprimento delle sanzioni che vanno dal 100 al 200% dell’imposta, per chi “effettua cessioni o prestazioni, di cui all’art. 8, c. 1, lett. c) D.P.R. 26.10.1972, n. 633, prima di aver ricevuto da parte del cessionario o committente la dichiarazione di intento e riscontrato telematicamente l’avvenuta presentazione all’Agenzia delle Entrate”.

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