Rivalutazione dei beni d’impresa: un’opportunità interessante per esigenze diverse

29 Dicembre 2020di Giovanna Meneghini0
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La rivalutazione dei beni d’impresa (prevista dall’art. 110 del DL 104/2020) consente di aumentare il valore di beni materiali ed immateriali nel bilancio al 31.12.2020, generando un incremento di patrimonio netto grazie alla riserva da rivalutazione.

La rivalutazione dei beni d’impresa può essere effettuata in tre modi alternativi:

  • in modalità solo civilistica, senza assolvimento di imposte sostitutive: questa è la modalità preferibile ove lo scopo dell’operazione sia quello di migliorare la situazione patrimoniale e/o di coprire perdite d’esercizio;
  • con efficacia anche ai fini fiscali con assolvimento di imposta sostitutiva del 3% sul maggior valore, ma senza “sblocco” della riserva di rivalutazione: risulta tendenzialmente vantaggiosa per le imprese che potranno in futuro sfruttare i benefici fiscali, a fronte di un costo contenuto;
  • con efficacia anche ai fini fiscali con assolvimento di imposta sostitutiva del 3% e con sblocco della riserva di rivalutazione (imposta pari al 10%) è la modalità più vantaggiosa per le imprese che intendono effettuare anche distribuzioni ai soci.

Aspetti importanti di questa rivalutazione:

  • costo ridotto con imposta sostitutiva pari al 3%,
  • efficacia per i nuovi ammortamenti dei beni rivalutati dal 2021 e per le cessioni dei beni rivalutati dal 2024,
  • si può fare anche per singolo bene (non necessariamente per categorie omogenee).

I vantaggi della rivalutazione dei beni:

  • aggiornamento del valore del bene,
  • miglioramento del patrimonio contabile,
  • maggiori costi deducibili (ammortamenti) dal 2021,
  • non incide sull’Ebitda.

Le tecniche contabili utilizzabili per effettuare la rivalutazione dei beni portano risultati diversi in termini di valore e durata dell’ammortamento e vanno scelte in base alle priorità date agli obiettivi previsti:

  1. rivalutazione del solo costo storico: permette di allungare la durata del processo di ammortamento e di aumentare le quote annuali di ammortamento,
  2. rivalutazione del costo storico e del fondo: permette quote annuali di ammortamento maggiori e durata inalterata dell’ammortamento del bene,
  3. riduzione del fondo ammortamento: si mantiene inalterata la quota di ammortamento e la durata dell’ammortamento.

Le scelte più adeguate vanno opportunamente valutate in riferimento all’obiettivo:

  • Si vogliono coprire le perdite?
  • Serve migliorare il patrimonio contabile?
  • Sono sostenibili maggiori quote di ammortamento?
  • Si prevede una vendita futura?
  • Si prevedono future distribuzioni di utili?

Priorità e prospettive vanno globalmente valutate per individuare la scelta più convenite ad ogni realtà aziendale.

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