Credito d’imposta Transizione 5.0: quando è ammesso il cumulo

22 Luglio 2025di Giovanna Pravato

La Legge di Bilancio 2025 ha disposto importanti novità in materia di credito d’imposta Transizione 5.0, ampliando significativamente le possibilità di cumulo con altre agevolazioni nazionali, salvo espressi divieti di cumulo previsti di altre agevolazioni di cui l’impresa intende beneficiare (ad es. Misura Parco Agrisolare).

Non è possibile cumulare il bonus Transizione 5.0 con agevolazioni coperte da fondi UE. A titolo di esempio, rimangono esclusi gli incentivi finanziati o cofinanziati con: Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), Fondo sociale europeo + (FSE), Fondo per la transizione giusta (JTF), Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR).

Il cumulo con altre agevolazioni nazionali è possibile purché il sostegno non copra le medesime quote di costo dei singoli investimenti. In altre parole, il cumulo è ammesso solo se ogni agevolazione si applica su porzioni diverse della spesa, evitando il cosiddetto “doppio finanziamento”.

Il credito 5.0 può essere quindi cumulato con altre agevolazioni come il credito d’imposta per investimenti nella ZES Unica per il Mezzogiorno e nella Zona Logistica Semplificata (ZLS), purché il contributo ricevuto non copra le stesse quote di costo dell’investimento considerando anche l’esenzione fiscale ai fini Ires e Irap.

Un caso pratico chiarisce il meccanismo: un’azienda calabrese investe 400.000 euro in un progetto ammissibile sia al credito ZES Unica (50%) che al credito 5.0 (35%). Il calcolo corretto prevede:

  • 200.000 euro di credito ZES;
  • 70.000 euro di credito 5.0, applicato sulla quota residua;
  • 19.530 euro di beneficio fiscale per la non imponibilità del credito 5.0;
  • totale agevolazioni: 289.530 euro, pari al 72,38% dell’investimento.

È fondamentale quindi sottolineare che il totale dei benefici non può superare il 100% del costo dell’investimento; in caso contrario, dal D.M. 24.07.2024, è prevista la decadenza dai benefici.

Le nuove regole ampliano i margini di manovra per le imprese, ma richiedono al contempo un’attenta analisi delle fonti di finanziamento, al fine di determinare la natura e l’entità delle agevolazioni che possono essere cumulate con il credito d’imposta Transizione 5.0.