Investimenti in beni strumentali Industria 4.0: potenziamento e proroga per il Credito di imposta nella Bozza alla Manovra 2021

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La bozza del Ddl di bilancio 2021 prevede per investimenti effettuati dal 16 novembre 2020, il potenziamento del credito d’imposta per nuovi investimenti in beni strumentali ed estende l’agevolazione fino al 31 dicembre 2022.

Ricordiamo l’importanza di pianificare la modalità di finanziamento degli investimenti più adeguata alla specifica realtà aziendale.

Nel testo della bozza è previsto l’ampliamento dell’ambito oggettivo, il potenziamento delle aliquote agevolative e l’incremento dell’ammontare delle spese ammissibili.
Alle imprese che dal 16 novembre 2020 e fino al 31 dicembre 2022 (ovvero entro il termine “lungo” del 30 giugno 2023 in presenza di determinate condizioni) effettuano investimenti in beni strumentali nuovi, destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato, sarebbe riconosciuto un credito d’imposta definito sulla base della tipologia di beni agevolabili, con percentuali diverse rispetto a quelle attualmente in vigore.

Sarebbero oggetto dell’agevolazione gli investimenti in beni materialiimmateriali nuovi strumentali all’esercizio d’impresa.

Al fine di promuovere un avanzamento digitale delle imprese italiane anche attraverso il ricorso a software, sistemi, piattaforme e applicazioni non riconducibili al processo di “Trasformazione 4.0”, potrebbero venire inclusi nell’ambito oggettivo di applicazione dell’agevolazione gli investimenti in nuovi beni strumentali immateriali “ordinari”, diversi da quelli connessi ad investimenti in beni materiali “Industria 4.0” (Allegato B alla L. 232/2016).

Restano esclusi dall’agevolazione gli auto veicoli e gli altri mezzi di trasporto (art. 164 del TUIR) e i beni con aliquote di ammortamento inferiori al 6,5%, nonché fabbricati e costruzioni.

Con riferimento ai beni materiali rientranti nel modello “Industria 4.0” (Allegato A alla L. 232/2016), per gli investimenti effettuati dal 16 novembre 2020 al 31 dicembre 2021, il credito d’imposta sarebbe riconosciuto nella misura del:

  • 50% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 30% del costo per la quota di investimenti superiori a 2,5 milioni e fino a 10 milioni di euro;
  • 10% del costo per la quota di investimenti superiori a 10 milioni e fino al limite massimo di costi complessivamente ammissibili pari a 20 milioni di euro.

Per gli investimenti effettuati nel 2022, il credito d’imposta sarà riconosciuto nella misura del:

  • 40% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro,
  • 20% del costo per la quota di investimenti superiori a 2,5 milioni e fino a 10 milioni di euro,
  • 10% del costo per la quota di investimenti superiori a 10 milioni e fino a 20 milioni di euro.

In relazione agli investimenti in beni immateriali riconducibili al processo 4.0 (Allegato B alla L. 232/2016), per gli investimenti effettuati dal 16 novembre 2020 e fino al 31 dicembre 2022, il credito sarebbe pari al 20% del costo, nel limite massimo di costi ammissibili pari a un milione di euro.
Sarebbero ammesse all’agevolazione anche le spese per servizi sostenute in relazione all’utilizzo dei beni di cui al predetto allegato B mediante soluzioni di cloud computing, per la quota imputabile per competenza.

Con riferimento ai beni strumentali materiali e immateriali “ordinari”, non rientranti nel modello “Industria 4.0”, per gli investimenti effettuati – da imprese ed esercenti arti e professioni – dal 16 novembre 2020 al 31 dicembre 2021 (o nel termine “lungo” del 30 giugno 2022), il credito d’imposta spetterebbe nella misura del 10% per gli investimenti fino a un limite di 2 milioni di euro per i beni materiali e fino a un limite di un milione di euro per i beni immateriali. La misura del credito d’imposta è incrementata al 15% per gli investimenti in beni strumentali, sia materiali sia immateriali, destinati all’organizzazione di forme di lavoro agile effettuati nel medesimo periodo.
Inoltre, per i suddetti investimenti effettuati dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022 (o nel termine “lungo” del 30 giugno 2023), il credito d’imposta spetterebbe nella misura del 6%, fermi restando i limiti di investimento sopra esposti.

Il nuovo credito d’imposta dovrebbe essere utilizzabile in compensazione in F24 in tre quote annuali di pari importo. Sembrerebbe concessa la possibilità di utilizzare il credito anche in un’unica soluzione per i soggetti con ricavi o compensi inferiori a 5 milioni di euro che hanno effettuato investimenti in beni strumentali “ordinari” nel periodo dal 16 novembre 2020 al 31 dicembre 2021.

Ai fini della nuova agevolazione sarebbe richiesta l’indicazione in fattura della dicitura con la normativa di riferimento.

Chiarimenti più dettagliati saranno pubblicati con l’approvazione della versione definitiva della Legge di Bilancio prevista per gennaio 2021.

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